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L’APE

L’ape è un insetto, appartenente alla famiglia degli imenotteri, al genere Apis mellifera ligustica (Spinola 1806); in Italia é allevata la razza ligustica, molto apprezzata internazionalmente in quanto particolarmente docile e produttiva. La famiglia delle api ha una complessa organizzazione sociale, basata su due caste, la casta sterile (operaie) e quella riproduttiva (regina e fuchi), organizzate secondo una rigorosa scala gerarchica di poteri e responsabilità.


L’OPERAIA

La maggior parte della popolazione dell’alveare è costituita da femmine sterili, le operaie, che compiono tutti quei lavori di cui necessita “l’organismo alveare” per potere sopravvivere. Esse infatti procurano il cibo (nettare e polline) per tutta la colonia e per l’apicoltore; puliscono l’arnia eliminando i rifiuti e la sporcizia, causa di infezioni e malattie; accudiscono la regina, la covata ed i fuchi; allontanano oppure uccidono i… Leggi altro


IL FUCO

Il fuco è il maschio dell’ape, generalmente è di colore molto scuro e di dimensioni molto più grandi di quelle dell’operaia. Nasce da un uovo non fecondato deposto dalla regina in celle più grandi di quelle da operaia, da queste uova si svilupperanno esclusivamente maschi (partenogenesi arrenotoca) con numero di cromosomi dimezzato… Leggi altro


LA REGINA

La regina viene ritenuta la parte più importante dell’ “organismo alveare”, è l’unica femmina feconda dell’alveare, è molto più lunga e snella del fuco. E’ sempre circondata da un piccolo gruppo di operaie che le fa la “corte” e che provvede a nutrirla, pulirla ed aiutarla negli spostamenti. Nasce da un uovo fecondato e si sviluppa all’interno delle celle reali, delle costruzioni particolari che in genere si trovano al bordo dei telai… Leggi altro


Attrezzi per lo svolgimento dell’ apicoltura

L’arnia a telaini mobili è l’elemento principale su cui si fonda l’apicoltura. Essa è composta di due parti principali: il nido riservato allo sviluppo della famiglia ed il melario destinato alla raccolta del miele. Nella maggior parte dei casi sia nel nido quanto nel melario possono trovare alloggiamento da 10 a 12 telai. Il telaio sostiene un foglio di pura cera d’api su cui le api costruiscono le celle destinate alla deposizione della regina o allo stivaggio del miele e del polline.


Come si apre un’arnia

  • Innanzitutto l’apicoltore indossa guanti e maschera di protezione e avvia l’affumicatore. L’affumicatore viene alimentato con combustibili vegetali (foglie secche o corteccia). Il fumo prodotto non ha la funzione di stordire le api ma quello di spingerle a mangiare miele temendo di dovere abbandonare l’arnia a causa di un incendio. A questo punto l’apicoltore procede ad aprire delicatamente l’alveare inserendo uno sbuffo di fumo; successivamente sfila dall’arnia il primo telaino e effettua una serie di controlli visivi verificando la:
  • – presenza di provvista (miele e polline)
  • – presenza di covata opercolata
  • – presenza di covata non opercolata
  • – presenza di uova
  • – presenza di un congruo numero di api
  • – presenza della regina e dei fuchi
  • – presenza delle celle reali e di covata di fuco
  • – le condizioni dei favi
  • – assenza di sintomi di malattie e parassiti.

Ripete l’operazione per tutti i telaini e riporta su una scheda descrittiva i dati riscontrati. Le operazioni di controllo si effettuano con cadenza diversa a secondo della stagione riducendosi al minimo nel periodo invernale ed aumentando nel periodo primaverile-estivo.


Sciamatura

La sciamatura è il vero momento riproduttivo della famiglia;

Il segnale che determina l’avvio della “febbre sciamatoria” è la mancanza di spazio all’interno dell’arnia unita al periodo di fioritura intensa. Quando la regina non ha più a disposizione celle libere per la deposizione, invia i primi segnali che dispongono la famiglia alla sciamatura.
La regina viene messa a dieta per alcuni giorni in modo da recuperare la capacità al volo e, quando è pronta, lascia l’alveare con una parte consistente di api.
In un primo momento lo sciame si ferma in una zona limitrofa alla vecchia abitazione (un ramo di un albero,un palo della luce o, in mancanza di meglio, sul terreno); alcune api bottinatrici cercano una sistemazione definitiva che abbia le giuste caratteristiche ( dimensione, solidità,orientamento rispetto al sole etc.), infine lo sciame lascia la postazione provvisoria e si insedia in quella definitiva.
Se lo sciame arriva in prossimità di una importante produzione di nettare da parte della flora della zona, in poche giornate riesce a produrre in grande quantità di miele.


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